Psicologo Psicoterapeuta

1. Considerare le emozioni come messaggeri

Come descrivereste il seguente insieme di emozioni?

• Rabbia
• Tristezza
• Paura
• Vergogna
• Gelosia

Se siete come la maggior parte delle persone, potreste dire "Oh, queste sono emozioni negative". Ma in realtà questa non è una descrizione molto accurata. Il fatto che un'emozione sia classificata come negativa non significa che lo sia davvero. Nessuno viene messo in prigione per essersi arrabbiato, ma solo le proprie azioni. Allo stesso modo, le emozioni non sono negative a livello di sicurezza perché non sono effettivamente pericolose. Non importa quanto siate tristi, la vostra tristezza non vi farà del male. Le persone emotivamente intelligenti non trattano le emozioni dolorose come minacce, le considerano, soprattutto quelle dolorose, come messaggeri che cercano di comunicarci informazioni. Per quanto il messaggio non piaccia, non sparano mai al messaggero. Ambasciator non porta pena!

2. Parlare delle emozioni con un linguaggio semplice

La maggior parte degli adulti parla delle emozioni in termini vaghi e troppo astratti: "Sono solo un po' stressato" o "Sono molto teso in questo momento". In altre parole, intellettualizzano le loro emozioni. Questo accade perché, a un livello profondo, hanno paura delle emozioni dolorose. Si illudono che facciano meno male quando ci allontanano da loro con un linguaggio troppo intellettuale e astratto. Dire "sono stressato" fa sentire meno vulnerabili che dire "ho paura". Le emozioni intellettualizzate sono una forma di evitamento. E più si evitano le emozioni dolorose, più se ne ha paura. Questo porta a un circolo vizioso di emozioni dolorose che si sommano: paura di sentirsi arrabbiati, vergogna di sentirsi tristi… Le persone emotivamente intelligenti descrivono ciò che provano con un linguaggio semplice e chiaro. Se volete migliorare la vostra intelligenza emotiva e iniziare a confrontarvi con le vostre emozioni dolorose invece di sfuggirle, provate a farlo subito, la prossima volta che qualcuno vi chiede come vi sentite, descrivetelo come farebbe un bambino di 6 anni: "Mi sento triste". "Sono arrabbiato". "Mi sento molto spaventato".

3. Distinguere le emozioni dai pensieri

Spesso si ha la sensazione che le emozioni dolorose colpiscano all'improvviso:
Sono diventato così ansioso
Ha fatto quel commento e mi sono immediatamente arrabbiata
Mi sento così in colpa e non so perché
Ma le emozioni non funzionano così. Non si può provare un'emozione senza che prima ci sia un pensiero. E anche se i pensieri che generano le nostre emozioni possono essere inconsapevoli e veloci, non significa che non ci siano. Le persone emotivamente intelligenti sono esperte nel comprendere le abitudini mentali e gli schemi di pensiero che generano le loro risposte emotive. Riconoscono che l'ansia è il risultato dell'abitudine a preoccuparsi. Capiscono che ruminare sui propri errori è la causa della loro vergogna. Le emozioni sono diverse dai pensieri che le generano. Una delle abilità più importanti che potete coltivare per diventare più intelligenti dal punto di vista emotivo è imparare a identificare le sottili abitudini mentali che precedono le emozioni difficili. Infatti, mentre non si può controllare direttamente come ci si sente, si può controllare come si sceglie di pensare e quindi, indirettamente, cambiare il modo in cui ci si sente.

4. Sentire le emozioni fisicamente

Un semplice segno di intelligenza emotiva è quando una persona è in contatto con le sensazioni fisiche che accompagnano le sue emozioni. In altre parole, è in grado di descrivere come si sente il suo corpo quando è arrabbiato, per esempio, o come ci si sente fisicamente quando si è ansiosi. La volontà di sentire profondamente le proprie emozioni è un segno distintivo dell'intelligenza emotiva. Le persone con scarsa intelligenza emotiva tendono a evitare le emozioni difficili, il che significa che perdono il contatto con le sensazioni corporee. Quando si capisce che le emozioni non sono cattive o pericolose, a prescindere da quanto siano dolorose, si tende ad accettarle e a imparare a conviverci.

5. Convalidare le emozioni senza giudicare

Quando si prova un sentimento doloroso come il dolore o l'ansia, è naturale voler fuggire da quel sentimento o farlo sparire. Ma, come abbiamo detto al punto 1, il fatto che un'emozione faccia male non significa che sia cattiva. Quando si fugge o si cerca di eliminare le emozioni dolorose, si insegna al cervello che quelle emozioni sono pericolose. Ciò significa che la prossima volta che le proverete, oltre alle emozioni già dolorose, proverete anche paura o vergogna. Le persone con un'elevata intelligenza emotiva convalidano le proprie emozioni. Identificano e riconoscono i loro sentimenti. E poi ricordano a sé stessi che va bene provare qualsiasi tipo di sentimento, questo non li rende cattivi o insicuri. Le emozioni sono sempre valide, anche se sono dolorose. È molto più facile accettarle quando si ha l'abitudine di convalidarle e attraversarle.

6. Accettare le emozioni, controllare il comportamento

Una delle maggiori confusioni che la maggior parte delle persone ha sulle proprie emozioni è il problema del controllo. Le persone pensano che dovrebbero essere in grado di controllare le proprie emozioni - essere meno arrabbiate, sentirsi meno tristi, non essere così ansiose…Le emozioni non funzionano così: non c'è un interruttore della tristezza che si possa semplicemente abbassare, così come non c'è un pulsante della felicità che si possa premere per sentirsi meglio. Le persone finiscono per cercare invano di controllare i loro sentimenti, ma nel frattempo la cosa che possono controllare - il loro comportamento - viene lasciata al pilota automatico. Di conseguenza, il loro comportamento viene controllato dagli impulsi iniziali e dai desideri superficiali. Se spendete tutte le vostre energie per cercare di controllare i vostri sentimenti, vi rimarrà ben poco per controllare il vostro comportamento. Le persone emotivamente intelligenti capiscono che il modo migliore per iniziare a prendere decisioni migliori e ad assumere il controllo del proprio comportamento è smettere di sprecare tempo ed energia cercando di controllare i propri sentimenti. Esercitatevi ad accettare le vostre emozioni per avere il controllo sul vostro comportamento.

7. Siate compassionevoli con le emozioni degli altri

Uno degli indizi più indicativi dell'intelligenza emotiva di una persona è il modo in cui gestisce le emozioni altrui, soprattutto quelle difficili. Come abbiamo detto, la maggior parte delle persone crede che le emozioni dolorose siano cattive o pericolose, tendono a fuggire da esse o a cercare di eliminarle. Ovviamente lo fanno in sé stessi. Ma hanno la tendenza a farlo anche nelle altre persone. Si sentono a disagio quando qualcuno è triste, quindi dicono "tirati su" e cambiano argomento. Oppure si innervosiscono quando qualcuno è ansioso, quindi iniziano a dare consigli, sperando che l'altra persona smetta di sentirsi così ansiosa (e loro possono smettere di sentirsi così a disagio!). Cercare di "aggiustare" le emozioni dolorose degli altri è invalidante. Le persone emotivamente intelligenti sono disposte ad accettare i malumori e le emozioni difficili degli altri proprio come fanno con i propri. Riconoscono e convalidano i sentimenti degli altri senza cercare di farli sparire o di distrarli. Anche se controintuitivo, questo approccio di accettazione dei sentimenti difficili degli altri portare a relazioni molto più sane e felici nel lungo periodo.